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762 nota bio-bibliografico

istruzione che, a giudicare dai titoli dei libri esistenti nella sua biblioteca1 e dalle citazioni che s’incontrano nelle sue opere, possiamo definire buona per i tempi, che gli permetteva una certa familiarità col latino e con gli atti cancellereschi, indispensabile ad un uomo di governo della sua esperienza, e che gli diede un forte stimolo ad apprendere. Prese in moglie, quando ancora non aveva forse vent’anni, una Pina Campori che proveniva dalla stessa famiglia della madre e gli portò una buona dote ma nessun figlio.

Allorché l’imperatore Carlo iv si recò a Lucca rispondendo alle istanze dei rappresentanti lucchesi ansiosi di scuotere il giogo pisano, nell’anno 1368, il Sercambi si recò da lui assieme al suo amico Davino Castellani per presentargli una supplica in versi, opera dell’amico, a nome del Comune2. Subito dopo la liberazione, volendo il Comune rioccupare il castello di Pontetetto ancora in mano ai pisani, il Sercambi si arruolò come balestriere3. Egli aveva allora ventun anno e si affacciava alla vita pubblica nel clima d’entusiasmi provocato dalla fine della servitù della patria durata per quasi tutto il secolo. Fu in quello stesso anno che, come diremo in appresso, egli diede inizio alle sue Croniche.

La vita politica costituì forse la vera vocazione di Giovanni, il quale, appena poté, lasciò la bottega di speziale ereditata dal padre in altremani, forse piú esperte4, per dedicarsi completamente alla vita pubblica.

  1. La lista è inclusa negli Atti civ. del Pod. di Lucca dell’anno 1426, nell’Arch. d. Stato di Lucca (filza n. 1038, cc. 52-53), ed è la seguente: «Un libro di novelle fece Johanni; Un testo di Dante in carta montonina; Una comedia di Dante del Paradiso; Una comedia di Dante disposto, colle coverte bianche, cioè il Purgatorio; Uno salterio di salmi, con coverte rosse; Uno libro d’Apollonio di Tiro con profetie, con coverte verdi; Uno Boetto tn carte di capretto; Uno Donato, in carte di capretto; Una tragedia di Senecha, in carte di bambace; Uno Doclrinale, in carte di bambace; Uno libro di medicine, in carte di capretto; Uno libricciolo di chiesa, con lettere antique; Uno libro di Rettoricha Marci Tullii Ciceronis, in carte di capretto; Uno Teseo in vulgare, in carta di bambacia; Uno libro di lettora anticha, in carta di capretto, di cose ecclesiastice; Uno libro di Salmi, in carta di bambacia; Uno libro da cognoscere Erbi, in carte di capretto; Uno libro di cose ecclesiastice, in lettere antiche et in carte di capretto; Uno libro, in carte di capretto, di cose ecclesiastice, in vulgare; Uno libricciolo, con coverte verdi, in carte di capretto; Uno libricciolo, con coverte verdi, tratta de’ Vitii et Virtù».
  2. Cfr. Croniche, i, 154, dove sono riportati anche i versi.
  3. Ibid., i, 165.
  4. Nelle mani del parente Gabriello Nerio; ma non completamente né cosí presto come crede il Minutoli (Alcune novelle cit., p. xi): che il S. fosse attivo in bottega anche nel pieno della sua carriera politica, lo dimostrano i conti pagati dal maestro Iacopo Coluccini (cfr. Il memoriale di Iacopo di Coluccino Bonavia medico lucchese, a cura di P. Pittino-Calamari, in «Studi di filol. ital.», xxiv (1966), pp. 92, 115 ecc.) ed ancor di più, il fatto che lo stesso maestro Iacopo fu socio del S. nel negozio di speziale per cinque anni a partire dal 1379 (ibid., pp. 155-57 e 172-73 )