Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/99


novella xviii 99

noi non vogliamo più teco venire alle feste». Checca disse: «O perché?» Le donne disseno: «Però che tu t’empi il corpo senza noi richiedere». Checca infingendosi d’intendere disse: «Mai non mangiai né in corpo mi missi se non erba o fieno: l’erba a li orti e ’l fieno al monistero senza voi». Rispuoseno le donne: «Di tale erba o fieno ne fusse pasciuta la nostra ronzina». E così si partirono.

Checca che la rabia non le mancava, ma crescendole, trovò modo, poi che di fuori et al monistero andar non potea, che Matteo venisse seco a dormire, dicendoli: «Tu puoi venire su per le scale e passerai la prima sala e poi la seconda, e venuto a me con diletto starai». Matteo, che <l’>amava, disse: «Volentieri». E la sera ordinata se n’andò alla casa et entrato dentro saglìo in sala dove monna Lionora tornava, la quale colla sua fante filava: vedendo un’ombra per la scala, disse alla fante che ombra era quella. Matteo subito saglìo la scala seconda, e già monna Lionora e la fante disseno a monna Pasquina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dicendo ch’era quello. Checca sentendo lo romore delle donne di sotto e di quella di sopra, e dice a Matteo: «Io so’ morta; che faremo?» Matteo che non vede modo potersi nascondere, sentendo montare le donne di sotto e scendere quella di sopra, gittòsi in sulla finestra. Le donne disseno: «Checca, u’ è quell’uomo che a te è venuto?» Checca disse: «Io non so che uomo». Disse monna Onesta: «Cerchiamo le finestre». Matteo, udendo ciò dire, pensò non volere vergognar Checca, e gittandosi giú dalla finestra, atenendosi colle mani alla balconata, divenne che sotto li piedi li venne una cornice di ferro in su la quale uno de’ piedi vi tenea stando colle mani alla balconata. Le donne, aprendo le finestre e non vedendo alcuno, disseno: «Per certo uno omo è intrato. Se tu non l’hai in corpo», disseno a Checca, «veramente in questo solaio è». Checca, che sapea che Matteo era in sulle finestre montato, non vedendolo stimava esser caduto, per la qual cosa lei esser vituperata, trovandosi Matteo morto. E non sapea che fare e stava in pensieri.

Matteo, che apiccato era colle mani né altro sostegno avea auto se non quella cornice di ferro, avendo pena grande e per lo