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che il pugno vede chiuso, pensando il minacciasse, alzò un dito quasi dicesse: «Se mi dai del pugno, io ti caverò l’occhio con questo dito». Vedendo il prefetto il dito di ser Martino, disse: «Veramente ser Martino dice vero che Dio col dito tutto sostiene».

Lo maestro in telogia, vedendo il dito di ser Martino, pensò dicesse: «Uno Dio». Alzò il dito, quasi dicesse che a lui caverò’ l’occhio con quello dito. <Ser Martino> alzòne due, quasi dicendo: «Et io a te con amendue». Lo prefetto disse: «Veramente ser Martino bene giudica, che uno è il Padre, un altro è lo Figliuolo». Lo maestro in telogia levò ii dita dicendo che ’l padre generò il Figliuolo. Ser Martino ciò vedendo, stimando che quello maestro dicesse che con que’ du’ diti li caverò’ amburi li occhi, levò tre dita dicendo fra sé: «Et io ti caverò li occhi e la corata con queste tre dita». Lo prefetto disse: «Maestro, tacete, che ser Martino ha asoluto la quistione, ch’è veramente che uno è il Padre; du’, Padre e Figliuolo; tre, Spirito Santo; e nondimeno, come vedete, ser Martino vel dimostrava innel primo tratto quando dimostrò uno solo Dio».

Taciuto il maestro in telogia che disputava della Trinità, si levò un altro filosafo che dicea il mondo esser fatto da Dio. E venendo dal principio della creazione del mondo fine al fare Eva et Adamo e l’altre cos’e’ pianeti, assimigliando il mondo esser fatto com’uno vuovo — e questo disse alto — , ser Martino, che niente avea inteso, udendo mentovare il vuovo, cavatosi il pane della busteccora, prendendolo in mano disse fra sé medesimo: «Se hai il vuovo, io hoe il pane». Il prefetto ciò vedendo disse: «Filosafo, ser Martino ha ditto il vero, ché Idio, oltra l’altre cose che fe’, fe’ il pane, del quale la natura umana se ne governa».

E per questo modo ser Martino fu onorato e messo in mezzo tra ’l prefetto e quelli maestri filosafi, dicendo fra sé il prefetto: «Costui è ’l più valoroso filosafo sia al mondo». E diliberò farli belli doni. Giunti a casa, ser Martino entrato innella sua camera e quine trovato da desnare, desnò. Lo prefetto, com’ebbe desnato, li fe’ presentare gran quantità di vagellamene d’ariento.

E dimorando alcuni dì col prefetto, un giorno di festa del mese di magio lo prefetto andando di fuori a spasso in uno prato a ca-