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che ogni volta che altri vi venìa si facesse lassare le suoi scritture e che intendesse bene la cosa. Ser Martino disse di farlo e tornò alla cantora.

La donna torna, e l’uomo. Ser Martino disse: «Tenete e rispondete questo, e da ora innanti m’aregate le vostre ragioni». La donna se n’andò alla corte e di subito il piato ebe vinto; e tornò a ser Martino dicendo: «Buono è stato il vostro consiglio: io ho vinto, e però tenete questi du’ fiorini». Ser Martino li prende. E pogo dimorando, venne l’uomo e simile disse che la quistione avea vinto et a ser Martino diè fiorini iiii. Ser Martino che vede questi denari, subito se ne va a messer Cassesepetri mostrandoli li vi fiorini et a lui ne diè iii dicendo: «La cosa va bene». E partisi da lui. Lo giudici disse ridendo: «Li matti vagliano più che’ savi, che in uno dì m’ha dato di guadagno quello che tutti li notari di Siena non m’hanno dato in uno anno». E pensò sottigliarsi innelle quistioni che ser Martino li portasse dinanti.

Avenne che, partitosi la donna e l’uomo della quistione, dicendo alla vicinanza loro lo savio consiglio dato per ser Martino da Ceravecchia per lo quale aveano vinta la quistione, e tanto fu il lodo che molti concorseno a ser Martino. Ser Martino udendo le questioni dicea: «Lassate fare a me, lassate le vostre ragioni». E presi di molti denari, a messer Cassesepetri tutti portava. E fu tanto il guadagno che ser Martino portava al giudici, che in men d’uno mese più di fiorini ccc li fe’ guadagnare, dicendo il giudici: «Costui mi farà il piú ricco giudici di Siena». E tanto crebe la fama per lo contado di Siena che moltissime quistioni l’erano comesse con grandi salari, che ogni dì fiorini xxv portava a messer Cassesepetri e tutte quistioni lo giudici li dava spedite senza a persona apalesare questo fatto; però se il giudici l’avesse appalesato, non che avesseno creduto sua sentenzia, li arebeno fatto male. E per questa maniera il giudici fu straricco; e portava vestimenti di gran valuta, intanto che tutti i giudici di Siena si meravigliavano come messer Casesepetri vestìa sì bene al piccolo guadagno che pensavano facesse, non sapendo altro.

Avenne che, sentitosi la fama per tutto Toscana della scienzia di ser Martino e delle quistioni che saviamente asolvea, essendo