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introduzione 9

stormenti e sonanti doppo il desnare e la cena contentassero la brigata di suoni di diletto senza vanagloria; e tutto ordinatamente misse in effetto.

Dipoi, rivoltosi lo preposto alla brigata, parlando per figura disse: «A colui il quale sen’cagione ha di molte ingiurie sostenute, et a lui senza colpa sono state fatte, comando che in questo nostro viaggio debbia esser autore e fattore di questo libro e di quello che ogni dì li comanderò. Et acciò che non si possa scusare che a lui per me non li sia stato per tutte le volte comandato, et anco per levarlo se alcuno pensiero di vendetta avesse, contro uno sonetto innel quale lo suo proprio nome col sopranome vi troverà. E pertanto io comando senz’altro dire che ogni volta che io dirò: “Autore, dì la tal cosa”, lui senz’altra scusa la mia intenzione <segua>». E parlando alto disse:

Già trovo che si diè pace Pompeo
Immaginando il grave tradimento,
Omicidio crudele e violento,
Volendo ciò Cesare e Tolomeo.
An’Ecuba quel < . . . . . . > reo
Nativo d’Antinor (il cui nom sia spento)
Nascose in su l’altare, e con gran pasione
Il convertì ringraziando Deo.

Sotto color di pace ancora Giuda
El nostro salvator Cristo tradìo
Rendendo sé di vita in morte cruda.
Considerando ciò dommi pace io:
Avendo sempre l’anima mia cruda
Mossa a vendetta, cancello il pensier mio.
Ben dico che la lingua colla mente
Insieme non disforma in leal gente.

E udendo ciascuno della brigata lo sonetto piacevole, e neuno potendo intendere a chi il preposto parlava salvo colui il quale comprendendo le parole e’ versi del sonetto vi si trovò per nome e