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novella xvi 89


E tornato al suo maestro disse che facesse la sua ragione e che quello li dovea dare li desse, però che non era atto più di portare matoni. Lo maestro vedendo la volontà di Grillo disse: «Grillo, io ti darò quello hai guadagnato». Rispuose e disse: «Non dite più Grillo, ma dite ser Martino». Lo maestro suo disse: «Or dove aparasti che vuoi esser notaio?» Ser Martino disse: «Io so troppo». Lo maestro disse: «Tu dì lo vero». E allora, fatto il conto, diè a ser Martino lire xxv senesi.

Ser Martino quelli prese e comprèsi uno capuccio colla becca corta et uno libro, penna e calamaio, e prese una bottega e févi fare una cantora faccendosi nomare ser Martino da Ceravecchia. Stando ser Martino savio, alquanti giorni durò che fanciulli e manovali et altri lo schernivano. Ser Martino non rispondendo tacea, e dicea dapoi: «Se arete alcuna quistione venite a me et io v’aiuterò». E per questo modo passò li giorni ditti.

Spartosi la novella di ser Martino per la contrada, alcune donne et alquanti omini di buona pasta andavano a lui dicendo: «Noi abiamo la tale quistione». E l’altro dicea: «Et io hoe la tale». Ser Martino, che sapea tanto legere e scrivere quanto colui che mai non lesse, dicea a l’una: «Io t’aiuterò». E poi si rivolgea a l’altro dicendo: «Io ti difenderò». E udito quello diceano, tenendoselo a mente dicea che andasseno con Dio et altra volta tornassero. La donna li dava grossi vi, l’uomo fiorini uno, dicendo: «Questi abiate per principio». Ser Martino vedendo li denari disse: «Buon fu il mio pensato a farmi notaio». E asottigliandosi la memoria, pensò ogni dí sua quistione proponere a uno giudici nomato messer Cassesepetri.

E subito si partìo dicendoli: «Messere, la tal donna ha la tale quistione et hami dati grossi vi, e lo tale uomo ha la tale quistione et hami dato fiorini uno. Io voglio che tutto ciò che io guadagno sia mezzo vostro». Messer Cassesepetri disse fra sé: «Costui è fatto tosto procuratore: e’ non sae legere né scrivere e giá truova de’ matti, et io che sono giudici non ho persona che mi chiegia. Per certo, poi che costui a me così simplicimente viene et offre la metà lo vo’ consigliare». E fattoli la risposta della donna e quella dell’uomo e preso la metà de’ denari, disse a ser Martino