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XVI


L>a brigata e ’l preposto avendo udita la dilettevole novella di Pincaruolo e dello ’ndivino, essendo giunti al Borgo Sansipolcro lo preposto diliberò tenere il camino verso Massa di Maremma. E voltosi a l’autore, disse che ordinasse qualche dilettevole novella per confortare la brigata, pensando di far di tal camino ii giornate. Al quale l’autore parlò che volentieri darò’ piacere alla brigata fine che perverranno a Passignano di Perugia. E voltosi al preposto et alla brigata parlò alto dicendo:


DE VENTURA IN MATTO

Di Grillo che diventò notaio.


I>nnel contado di Siena, in una villa chiamata Ceravecchia <era> uno giovano il cui nome era Grillo, il quale ponendosi a stare con uno fornaciaio di matoni presso a Siena, e con alcune bestie portava li matoni e la calcina in Siena. E questo era tutto ciò che Grillo facea.

Et essendo stato alquanto tempo a portare matoni, divenne che uno senese, volendo fare uno palagio, comprò molti matoni dal maestro di Grillo. E tale avea uno notaio apresso alla casa dove Grillo andava. Et avendone portati molti giorni, et acostandosi alcuna volta alla cantora del notaio e vedendoli dare molti denari senza dare alcuna mercantia salvo che parole, stimò fra se medesmo: «Se io fusse notaio, io arei tanti denari senza molta fatica». E pensò al tutto volersi far chiamare ser Martino e non portare più matoni.