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CXIIII


G>iunti a Furlì, dove funno ben forniti da cena, e preso alcuno piacere di cantare in questo modo:

«Amor, di questa candida colomba
cercar sotto sua piuma
mi sprona si ’l disio che mi consuma.
Deh, guarda, signor mio, quanta mercede
tu fai se ciò mi fai,
che mi scampi da morte in buona fede,
io Se peni, tu sarai
cagion del danno mio, e perderai
a te un servidore,
morendo me, che sai che tien mio core».

E dipoi se n’andarono a dormire.

La mattina levati, il proposto comandò a l’altore che una novella dica fine che a Faenza la sera seranno giunti. L’altore presto disse: «A voi, omini che alle volte con altri in compagnia sete vilipendendo altri, se alcuna volta ricevete beffe non ve ne meravigliate! E però ad exemplo dirò una novella in questo modo, cioè:

DE POMPA BESTIALE

In Pistoia uno chiamato Sardo banchieri facea del grosso e non sofferìa altrui.

F>u nella città di Pistoia uno banchieri nomato Sardo, il quale facea tanto del grande che non parca che altri se li dovesse