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per le mura verso l’altra porta n’andavano, il cautelano volendo puonersi a taula per mangiare, e li sergenti subito trassero a lui colle mani alle brachi. E tratto fuora la trista coda, pisciando per lo volto al ditto castelano, lui fugendo e gridando in uno de’ cantoni della porta si misse, chiamando forte: «Misericordia!». Li sergenti a gorgate la bocca di piscio l’empievano, lui dicendo: «Misericordia, non fate più: andiamo a mangiare!»

Li anziani, che senteno le grida e dire misericordia!, trasseno arieto a quella porta credendo che tra loro si facesse quistione. E come funno in luogo che tutto vedeano e non poteano dal castellano esser veduti, stavano a vedere quello faceano. E viddeno che il Corbo castelano tenea le mani al volto dicendo: «Misericordia, io sono contento: pur che noi andiamo a mangiare io m’arendo vostro prigione». Li sergenti, tenendo la coda trista in mano, di furia l’uno lo percotea del piscio in un’orecchia e l’altro innell’altra. Il castellano levando la mano per coprirsi l’orecchia, l’altro li dava innell’occhi; lui dicendo: «Misericordia!», aprìa la bocca, e du’ di netto gran gorgazzate di piscio li davano dentro; lui dicea: «Deh, vogliatemi pregione e non morto, et andiamo a mangiare!», coloro diceano: «Prima che noi ti vogliamo lassare, vogliamo che tegni aperta la bocca e ciascuno che meglio sa dentro dare sia oggi fatto capitano; e poi andiamo a mangiare». Il corbo Nicolao rispuose: «Poi che dobiamo andare a mangiare io sono contento, e nondimeno mi tegno vostro prigione». Et aprendo la bocca quanto aprir la potéo, comincionno i sergenti a trarre tanto diritto che più volte volendo il piscio che in bocca li entrava mandar fuori, l’altro col piscio lo rimettea dentro per sì gran forza che più volte li era di necessità mandarlo in corpo.

Li anziani, che stanno a vedere tanta cattività senza dir niente, per vedere la fine di tale opera stavano pure a vedere. E fornito che ciascuno ebbe l’opera sua, il castellano inginocchiandosi disse a’ sergenti: «Omai come prigione a mangiare mi menate». Coloro con una cintora al collo lo menonno alla mensa, dove senza lavarsi né mani né culo a taula si puose, là u’ si pascéo come se mai mangiato non avesse.

Li anziani essendo pasciuti della cattività di quello castellano