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novella cviiii 481

che ogni dì ne li mandi o uno o due e che bene lo pagherà. Troiante così fa, che ogni giorno al podestà ne mandava.

Divenne una sera che il podestà avendosi posto a taula per cenare et avendo innanti uno de’ pastelli che Troiante mandato li avea, e prima che cominciasse a toccare niente, subito fattosi alcuna zuffa e romore in Vignone, fu di necessità che ’l podestà si levasse da taula e coll’arme tutta la notte stesse per Vignone alla guardia; né miga potéo aver agio di cenare: pensando la mattina mangiare quello pastello, lo fe’ ripuonere. E steo fino alla mattina che il romore richetato fu.

E tornato il podestà al palagio, volendo mangiare si fe’ il pastello alquanto riscaldare e dinanti da sé venire. E come lo venne ad aprire trovò tutto quello pastello pieno di vermi vivi. Lo podestà, vedendo questo, stimò per certo < . . . . . > non dover essere, dicendo: «Or come può esser la carne cotta e calda faccia vermi in sì picciol tempo?» E volendo sapere la cosa com’era, mandò per Troiante, mostrandoli quello che il pastello avea fatto. Troiante quasi palido non rispondea. Lo podestà, vedendolo palido diventare, stimò che Troiante avesse qualche cattività fatto. E messoli paura, Troiante confessò li pastelli e altre vivande fare della carne delli omini apiccati. Lo podestà, mandato al giubetto, trovò tutti li apiccati avere tagliato i polpacci delle cosce e del culo e d’ogni lato dove carne senz’osso sta. E fattone relazione, il podestá veduto quello vole, a ragione più presto che potéo Troiante per la gola apiccar fe’, avendo prima fatto legger il perché.

E saputosi per Vignone tal cosa, qual più era vago di pastelli, per lo modo tenuto di Troiante vennero a ciascuno in fastidio, et il ditto podestà de la golosità che prima avea s’astenne, disponendo poi la vita sua a temperata vivanda né mai di cose nuove s’invaghìo. E così molti altri feceno.

Et io altore, ciò sentendo, dispuosi che pastelli mai in mia casa si facesseno; e così fine qui s’è oservato et oservasi fine che vivo serò.

Ex.º cviiii.