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48 g. sercambi


Stato alquanti mesi all’oficio messer Renaldo, e spesso alla donna sua lettere et alcuno gioiello <mandava>, dicendo che bene stava. La donna contenta, un dì, stando ella alla finestra, uno giovano chiamato Chimento, nato di uno artifici assai di bassa mano, vedendo costei così bianca si s’innamorò di lei in tal modo che doppo <non> molti dì si misse in sul letto malato. La madre, vedendo Chimento suo figliuolo che < . . . . . . > non avea, disse: «Figliuolo, che hai?» Lo figliuolo disse: «Io muoio, madre mia». La madre il domandò. Lo figliuolo disse: «Lo male che io hoe voi non me ne potete aiutare». La madre desiderosa del figliuolo disse: «Ogni cosa farò pur che tu guarissi». Chimento disse: «Madre mia, Ginevra di messer Renaldo mi fa morire». La madre, ciò udendo, subito la mattina rivenente se n’andò a Santa Riparata, là u’ e’ alcuna volta l’avea veduta.

Et essendo a Santa Riparata, vidde venire Ginevra colla zia del marito; e subito andato loro incontra, disse quando aveano auto léttore da messer Renaldo. Rispuoseno: «Ogni dì, e sta molto bene». E così entrato la vecchia in parole con Ginevra, sì si puose a sedere; la zia del marito andò a uno altare a dire suoi orazioni. La vecchia, vegendo Ginevra sola, si puose a lato dicendo: «Figliuola, l’anima tua andrà inne lo ’nferno per uno che fai morire». La fanciulla disse: «Oimè, o chi fo io morire?» La vecchia disse: «Uno mio figliuolo dolcissimo». Ginevra disse: «O perché?» Lei disse: «Perché non le vuoi donare il tuo amore». Ginevra disse: «Giamai noi viddi». La vecchia disse: «Elli hae bene veduto te e dice che tu se’ la piú bella giovana di Firenze e se tu volessi che stasera venisse a dormire teco». Ginevra disse: «O che dirè’ messer Renaldo?» Disse la vecchia: «Elli non c’è, non dirà nulla». Ginevra, udendo che andarè’ innello ’nferno, per paura disse che era contenta e che la sera venisse per modo che altri non se ne acorgesse.

La vecchia, auto quello che volea, tornò al figliuolo e disseli tutto ciò che avea ordinato, dicendoli: «Figliuol mio, confortati che stasera goderai quel gigliozzo». Chimento, fattosi forte, spettando la sera; Ginevra spettando la sera che Chimento dovea venire (avendo ella volontà dell’uomo perché era stata ella senza messer