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passare quine u’ monna Santina sta; e più, che vituperosamente ti se’ a una femminetta appalesato a dirli quello che hai in pensieri, a mandarli una borsa et una cintra come se fusse di quelle del brocco, cattiva la vita tua! Che se ella l’avesse a’ fratelli et al marito ditto, oggi non saresti vivo. Et innel malanno tienti questa borsa e questa cintra e di lei non t’impacciare, che sai che in Vinegia di bontà non hae la pari». L’amico, che vede la borsa e la cintra et ode le parole che ella ha ditto al prete, disse: «Io cognosco bene questa borsa e questa cintra e cognosco che io ho fatto male: io noi farò più». Lo prete nel prega.

E non molti giorni passaron che Rannido, marito di Santina, per suoi bisogni a Bologna camino. E come fu partito, madonna Santina se n’andò al prete con lagrime assai gittando, dicendo: «Omai veggo che converrà che cosa che promessa v’abbia non atenerla, poi che <’l> diavolo del vostro amico m’ha preso a vituperare. E perché a voi ogni cosa dir posso, vi dico che non so da chi s’abbia saputo che ’l mio marito è ito a Bologna, che stanotte essendo innella mia camera, e per lo caldo avea una finestrella assai elta lassata aperta acciò che un pogo di oraggio innella camera dess’e nuda inne’ letto mi stava pensando alla visione che fatta m’avea quando mia madre viddi; e mentre che in tal modo stava, sentì alcuno romoretto alla finestra quasi per modo che <alcuno> dentro entrar volesse; et io, temendo che ladri fusseno per lo tesoro del mio marito, senza che di niente le carni mi coprisse, ignuda de’ letto uscì e chiusi quella finestrella per la quale mi parea che tale entrar dentro volesse. E fattami secura, alla finestra con una palandra alle spalli mi puosi per voler vedere e saper chi fusse. Et essendo la luna piena, quasi come se fusse stato di mezzogiorno, cognovi quel maladetto di chi tanto mi sono doluta essere con una scala venuto et alla finestra l’avea appogiata, né miga se ne serè’ infinto d’entrar dentro se io non fusse savia stata che, senza mettermi (com’ho ditto) alcuno vestimento, riparai (che molte serenno state a vedere quello che era e arenli dato agio, e come entrato fusse dentro, con onesto modo senza vergognarmi <non> l’arei potuto da me partire: certo a me era di necessità gridare o consentire al suo volere, la qual cosa mai