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458 g. sercambi


Lo ragazzo, che ha sentito e veduto quello che Grimaldo avea fatto, pensò al suo scampo: ché levatosi e preso l’ongosto, tutti li altri ragazzi e famigli in quel medesmo luogo segnò.

La mattina, Grimaldo, prima che le porti del palagio siano aperte, fe’ davanti a sé venire tutta la famiglia; e raguardando per quello che segnato avea, vedendoli tutti segnati, disse fra sé: «Colui che in mio luogo con monna Mante si trovò, ha trovato savio modo che io non possa saper chi è». E cognoscendo che vergogna grande li era voler sapere chi stato fusse, et anco che simile vendetta non salvava lo suo onore — et anco stimò monna Mante non esser stata consenziente, e che sempre ella avea stimato e stimava con Grimaldo esser stata, <e> disse: «Se altro sentire volesse, le potrè’ dimostrare <più amore> per l’avenire, e serè’ contenta» — , diliberò tacere. E disse: «Chi l’ha fatto di voi noi faccia più».

Li ragazzi, che niente sanno, diceano fra loro: «Or che vorrà dire lo signore?». Colui che fatto l’avea tenne segreto, né mai si trovò che la fortuna l’avesse a sì fatto punto messo come fatto l’avea.

Ex.º ciiii.