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CIIII


Riposati la sera a Pesale fine alla mattina che il proposto comandò che l’altore una novella dica alla brigata fine a Fossambruno e prima dica una canzone, al quale lui disse: «Volentieri»; e voltatosi alla brigata disse:

«Canzon, perch’io m’avegio dello ’nganno
ch’i’ ricevo da costei,
all’altre donne vá senza restare
con dir ciò loro, e torsi ti diranno
per l’errore di me
al dover me faranno su tornare;
che inganno inneU’amor non si dé usare,
ma dé l’altro voler quel che vuol l’uno
poi che du’ corpi den du’ cuor far uno».

E volendo piú ubidir disse: «A voi, omini savi a ricoprire la vostra vergogna, et a voi che a gran pericoli per amore vi mettete, ad exemplo dirò una novella la quale incomincia in questo modo, cioè:

DE INGANNO IN AMORE

Innel tempo di Grimaldo giudici di Arborea, e di monna Mante donna del signore di Castri.

Al tempo di Grimaldo giudici di Arborea fu una donna vedova nomata madonna Mante, donna giá stata del signore di Castri; la quale donna per la sua bellezza e senno entrò d’amore innel-