Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/452

452 g. sercambi


E dimorati alquanti dìe, l’uno di loro somigliante di magrezza a maestro Pace, maliziosamente si fece infermo. Li compagni disseno all’oste che di un buon medico arenno bisogno per la malatia del lor compagno. L’oste disse maestro Pace esser buono. Coloro, che altro non curavano, dissero all’oste che con loro andasse tanto che sapessero il camino. L’oste li condusse a casa et a bottega di maestro Pace, dove trovandolo, al compagno lo menorono mostrandosi molto malato. Maestro Pace tastandoli il polso dicea: «Pogo male mi pare che abbi». Lo ’nfermo dicea: «Per certo, maestro, se voi di tal malatia quale io hoe non mi guarite, non so chi guarir mi debbia né possa». Li compagni diceno: «Deh, maestro Pace, studiate bene in Galieno et in Avicenna, in Mesué e in Ipocras; non si dimentichi che è innelli altri libri, si che il nostro compagno per voi sia guarito. Et acciò che inne’ ditti libri possiate studiare, tenete al presente questi x fiorini acciò che tosto ce ne facciate lieti». Maestro Pace, che vede fiorini x, ralegrato disse: «Per certo io diceva male da prima, però che a me pare avale abbi quel male che dici»; dicendo: «Io ordinerò di buone cose si che colla grazia di Dio tosto ve l’arò dato guarito».

E partitosi, alla bottega se n’andò ordinando di molti confetti. Li compagni tutto pagando, dicendo a maestro Pace che spesso solliciti di visitare lo infermo, lo medico così fa. Et era tanto assegurato maestro Pace ad andarvi a ogni ora, per li fiorini che ogni dì toccava, che più di xxv fiorini avea auti forsi in 8 dì e lo speziale più di x e l’ostieri più di xx, che costoro non arenno saputo chieder cosa che non l’avesseno avuta.

Vedendo un giorno li compagnoni che un bel tempo s’era messo, dissero al maestro Pace che a loro parea che ’l malato si potesse omai contentare et in cataletto portarlo potere. E lo medico dice: «E’ così pare anco a me». Di che ellino diceno all’abergatore che faccia conto di ciò che avuto aveano. E pagato lui e ’l medico e lo speziale, mettendo in ordine uno cataletto per lo dì seguente, pregando il medico che li piaccia prima venirlo a vedere per dare ordine della vita ordinando alcuno confetto ristolatorio, e così si seguìo.