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444 | g. sercambi |
de l’anima di mia madre, Rughia possegga la possesione mia Trallecosce fine che io viva sarò, o lui; e poi ritorni a te, odorifero marito». Orsuccio dice: «Io sono molto contento».
E con allegrezza Orsuccio ne rimenò Toccora a casa, dove poi Rughia possedéo tal podere senza sospetto a suo piacer’e Toccora si confortava lassando la fatica del lavorare al marito, lei dandosi buon tempo.
Ex.º ci.