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novella lxxxxvii 423

gliardo aveasi fatto venire dinanti, perch’era sabato, una gran padella piena di maccaroni, e sbottonatosi dinanzi, a cavalcioni in s’una banca per mangiare si stava; e già n’avea più che la metà mangiati che più di vi n’arenno auto assai.

E’ non restando il mangiare, sopragiunse il Tromba col compagno; li quali come mangiare viddeno Folaga, Tromba li disse: «O per noi non ce n’ha?» Folaga dice: «Assai ve n’è serbati, ma ché cotestui vegga quanta valentia regna in me ho fatto fare questi maccaroni»; dicendo al Tromba che prenda quelli che in una cassa avea messi: in ii grandi catinelle per sé e per lo compagno li aparecchiò.

Folaga, che mangiato ebbe quella grande padellata di macaroni, disse: «Omai potrai fare relazione che tu hai trovato il più valente campione che in Firenza sia e quello che più nimichevolmente Firenza disfarà; narrandoti che l persone non mi farenno mover più che io volesse. E così come vedi la mia persona bella grande forte, così pensa che tutte l’altri vertudi cardinali regnano in me. E non pensi il comune di Pisa di poter trovare omo di magior fortezza di me né più seguro, che quando io dormo non curerei ii cento persone bene armate essendo io pur con una corazza in dosso: sappi che farei quando io non dormisse e fusse col tavolaccio e con tutta l’armadura!». Dicendoli: «Io sono della più valente casa di Firenza e sono tanto valente che se il comune di Firenza sapesse che tanta forza quant’è la mia di Firenza si partisse, non mi lasserenno per denari; ma perché’ fiorentini non amano i miei parenti e per la fortezza mia li lassano stare qui, io non li amo. E se pure mi dispogno a venire io e ’l Tromba (che quasi in tutte le valentie a me s’acosta, salvo che non è si grande), ti dico che non ci meni a un’ora, che non si potrè’ fare tanto celato che le nostre forze non si sentisse, e non aresti quello che cercando vai. E fine avale ti dico che io voglio condutta di l fanti e per lo Tromba di xxv, giurandoti: fa’buot’a Dio, noi spacceremo tutto ciò che ci verrà dinanti, se ci venisse tutta la masnada di Firenze da piè e da cavallo!» L’amico dice: «Io sono contento che tu, Folaga, abbi condutta di l fanti e ’l Tromba di xxv, e sono avisato che prima per te si mandi e poi per Tromba». E ben