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novella lxxxxii 403

donna Reina donna di messer Bernabò, disse a Taisso che mettesse in punto la scala per la notte. Taisso se n’andò alla sua casa per raconciare la scala se bisogno fusse.

Lo fratello di Cione subito se n’andò a messer Bernabò narrando tutto ciò che Taisso avea fatto. Messer Bernabò volse tutto sapere e trovò esser vero. Subito fe’ prendere Taisso et al fratello di Cione disse che il fratello facesse tornare: e così Cione tornò senza avere alcun male. E dato Taisso in mano di madonna Reina che di lui facesse quello li piacesse — e ben la pregava, poi che Taisso avea auto tanto cuore e che avea fatto sì bella rubba, che campasse — , madonna Reina vedendosi esser rubato il suo tesoro da Taisso, fattolo confessare «<quanti fiorini rubati avea> e quine u’ nascosi li avea, Taisso tutto narrato come innella stalla avea più di lx mila e lo resto, salvo li vi mila avea mandati a Vinegia al fratello; et auti quelli che in Milano erano, là u’ fe’ il male quine fe’ fare un paio di forchi e per la gola lo fe’ apiccare, et Orso suo fratello isbandegiò.

Né mai si curò tornare Orso a Milano: co’ denari si diè buon tempo, avendo perduto il fratello.

Ex.º lxxxxii.