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LXXXXI
L>a dilettevole novella condusse la brigata a Squilati dove trovonno bene aparecchiato per la cena, e perché lo giorno aveano poco trovato da mangiare, cenarono di vantagio; e senza dar volta la notte dormiron fino alla mattina che levati furono. Il preposto disse a l’autore che una novella dica fine che a Forati saranno giunti la sera; al quale l’autore disse che tutto farè’, rivoltandosi alla brigata, dicendo:
DE FALSATORE ET BONA JUSTITIA
Di Fiordo, lo quale fabricava di rame et ottone ducati al cugno di Vinegia in grandissima quantità; e spesi molti, e’ dipoi fu giunto da una veliera.
A>l tempo che ’l dugio Draconetto di Ca’ Dandolo di Vinegia fu dogio, venne uno stranio nomato Fiordo, il quale con suoi mani fabricava d’ottone o vero di rame dorato ducati proprio al cugno che la città di Vinegia cugna; e moltissimi n’avea già cugnati et in molti luoghi, quine <u’> ricognosciuti non erano, n’avea spesi in quantità.
Divenne che un giorno del mese di luglio venne il ditto Fiordo alla città di Vinegia onorevilmente vestito, et andato dimandando oro filato e fregi, fulli ditto e mostrato i’ luogo, dove Fiordo s’acostò a una di quelle merciaie che tali cose vendeno dimandandola se di quelli fregi e oro avea. La donna nomata madonna Marchesetta disse: «Assai ce ne sono»; e mostròli di molti fregi et oro