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novella lxxxii 361

Castagna tutto raconta. La fante a Divizia lo dice. Divizia, che avea veduto il fante entrare dentro et avea sentito dire la rubba, lo misse dentro, e poi alla fante dice: «Poi che ’l vescovo non ci dé stasera venire, et io era molto bene aparecchiata, se ti piacesse questo giovano in iscambio del vescovo stanotte mi goda». La fante dice: «A me pare l’abi a fare».

E subito ditto a Castagna che neuna malanconia abbia ché ben serà di ogni cosa ristorato e fattolo spogliare nudo, Castagna, che bellissimo era e la nieve l’avea fatto molto collorito, <innel bagno intròe>. Divizia, che ha l’occhio alla parte che pensa inghiottire, sta contenta, vedendolo, ch’e’ di buona moneta la potea pagare. E stato alquanto innel bagno, e fattosi venire panni orrevoli lo vestìo; né molto stèro a bada che cenaron di vantagio ad un grandissimo fuoco, e dapoi n’andarono a dormire, là u’ Divizia si diè piacere spessime volte, dicendo: «Omai il nome mio <ha> avuto divizia di quello che le donne desiderano». E venuto il giorno, la donna li fe’ trare què’ panni perché cognosciuti sarebbeno, dandoli di molti denari et alcuna gonnella trista dicendoli: «Quando sarai a Bologna ti veste onorevilemente e comprati ii o in cavalli. E se mai arivi in questi paesi, l’abergo tuo sarà questo». Castagna la ringrazia di tutto che a lui fatto avea.

E messolo per quello sportello, la mattina Castagna per la porta entrò innel castello là u’ trovò il suo famiglio. E sfatta la valige, de’ panni suoi si vestìo. E mentre si vestìa, per lo capitano della montagna di Bologna quelli malandrini ne funno menati presi, col cavallo di Castagna, co’ panni e’ denari. E prima ch’e’ di quine si partisse, li ditti malandrini a un paio di forchi funno apiccati, e a Castagna renduto tutte le suoi cose. E montato a cavallo, fornìo il suo camino, né mai lassò di dire il paternostro di san Giuliano.

Ex.º lxxxii.