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LXXV
U>dita la piacevole novella, li stormenti cominciarono a sonare e le danze fatte fine che vennero le confezioni. E rinfrescati, il preposto a l’altore disse <che una moralità dicesse> e poi seguisse una novella intanto che serà l’ora della cena. L’altore rivolto disse:
«A tutte cose aver misura e modo
e Dio temere sopr’ogni cosa lodo.
Procura ch’a ragion tuoi fatti guidi
sì che dolendo doppo que’, non gridi.
Misura e modo a tutte cose pone
chi ’l suo voler somette alla ragione.
Acciò che de’ tuoi fatti sempre godi,
oserva il tempo e non passar i modi.
Non vasta a far tuoi fatti pur ragione
se ’l tempo in alcun modo vi s’oppuone.
Tuttor ch’a quelli il tempo non s’oppogna,
misura e modo sempre vi bisogna».
E questo ditto, disse:
DE COMPETENTE MISURA
Di Turello, che andò a stare a Pisa.
A>l tempo della morìa del xlviii uno giovano lucchese nomato Turello andò a stare a Pisa per fare l’arte del ferro e prese una bottega e casa di quelle de’ Gambacorti al tempo che loro signo-