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che ha il culo tondo, fa lo sterco quadro». Lo re sta fermo e gran voglia ha di ridere, ma pure, per non dimostrare a Dante che lui ne sia stato cagione, fermo stava.

Dante, che di prima aparienza avea i buffoni cognosciuti, vidde quello esserne stato cagione lo re: steo pure a scoltare pensando tutte le parti rispondere per figura, gittando tutte le vergogne a dosso a’ re.

Udito il quarto buffone le sottili e prefonde quistioni, rivoltatosi verso Dante disse: «O Dante, la vostra fama vola per tutto come fanno le penne gittate giù da una torre, che l’una va alta e l’altra bassa in qua e in là. Ditemi: che fanno li pianeti?» Lo quinto buffone disse: «Per certo Dante dé sapere — tanto ha cercato dentro e di fuora — in che modo si può servire a Dio e al mondo». L’ultimo disse: «Oh, che lena a dire che Dante sia savio! Io per me noi credo, però che ’l savio omo sempre acquista e acquistando vive con onore, e lui vituperoso si vive. E però conchiudo ciascun di noi essere di magiore sentimento che lui, e pertanto ci pare che lui non sia degno così al pari con voi, santa corona, d’avere andare».

Dante, che tutto ha incorporato senza alcuna dimostrazione di coruccio, niente dicea, non dimostrando che a lui fusse ditto. Lo re Uberto dice: «O Dante, tu non rispondi a quello che costoro t’hanno domandato e ditto?» Dante dice: «Io pensava che queste cose dicessero alla vostra persona, e pertanto io lassava lo rispondere a voi; ma poi che voi mi dite che a me hanno ditto ne prenderò la magioria di rispondere, ben che onesto non sia a parlare di sì fatte cose dove siete però che a tale qual siete voi toccherè’ tal risposta fare. Ma poi che vi piace risponderò a tutti secondo che la lor domanda contiene, cominciandomi prima dal primo, dicendo: i fiorentini — li quali quello è magior fatto più volte hanno fatto che di volger l’Arno in su per prender de’ pesciulini — ti dico che la marina, la quale è acqua di molta potenzia, rivolsero in su; e non che prendesseno pesciolini, eliino preseno un gran pescio con molti pesci mezzani e minori: e questo fu quando preseno lo bel castel di Prato, dove fu preso quel re che tenete per signore». Lo re Uberto che questo ode, stimando la