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novella lxvi 299

qual più li piace; quine non fame sete né pestilenza piova pianto né neuna mala conturbazione; quine sempre vivendo e d’ogni diletto di corpo potere suo agio prendere né mai di tal luogo desiderio di partirsi. E chi non facea i comandamenti del ditto signore avea pena inestimabile in pena di fuoco eterno. E questa predica facea ogni dì dire.

E veduto il Veglio chi avea voluntà, il giovano gagliardo e desideroso per le prediche di andare in paradiso a godere tanto bene, subito tal giovano facea richiedere e con uno beverone lo facea dormire; e poi in dormendo lo facea metter dentro dal suo castello e per la porta lo facea condurre innella pianura ditta. E quine era vestito di drappi dorati, e poi lo facea destare: e come si vedea essere sì onorevile vestito, e vedutosi tra quelle montagne, e’ coinprendea. <E vedendo> le damigelle con cui elli si prendea piacere e li stormenti suoni balli e canti, li desnari e le cene, co’ condutti di zuccaro mèle e latte e vino, e’ frutti adoriferi, ricordandosi delle prediche udite, dicea: «Io sono veramente in paradiso!» E avea tanta allegrezza che dire non si potrè’: stando sempre abracciato or con una damigella or con un’altra, tutte giovane, vestite di drappi dorati, le vivande buone, con piaceri inestimabili. E per questo modo il signor Veglio li tenea più giorni.

E quando li avea così più giorni tenuti, li facea adormentare e di fuora ne li traeva vestendoli de’ suoi vestimenti, e fuora del castello li mettea. E quando si svegliava, raguardandosi si vedea malvestito e fuora di tanto bene, ricordandosi di quello che più giorni avea sentito e provato, malanconoso stava. Lo signore Veglio, che tutto sapea, mandava per lui dicendoli qual fusse la cagione che così malinconoso stava, dicendo: «E’ serè’ vasto che tu avessi perduto il paradiso, tanto ti veggo malinconoso». Lo giovano rispondea: «Cotesto ho io bene perduto e non so come!» Lo signore Veglio li dicea: «Tornarestivi volentieri?» Lo giovano dicea: «Sì, messer». Lo signore dicea: «Tu sai che se mi ubidisci e per me muori tu vai in paradiso; e però se tornar vi vuoi, ti dico che facci il mio comandamento». <Lo giovano> rispondea che era presto, e lui dicea: «Io vo’ che vadi a cotal signore e quello ucciderai <e’> suoi vicini». Li giovani, per tornar in paradiso che