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«Ora, ghiottone, hai donato lo sparvieri!»; e lassòlo forte piangendo. Era questo Spinetta si potente in Genoa che neuno osò dire niente mentre che Borra battea, ma cheti stanno.

Borra, che ha ricevute le battiture per volere essere cortese et ha ricevuto villania, disse: «Oimè, tristo, quanto sono da poco! A dire che io sia figliuolo dello ’mperador Cesari Ardito di Costantinopoli, e così tristamente mi lassai alla cattività vincere! Che se io fusse a casa di mio padre e fusse in buona con lui, arei più baroni e re che mi farebbeno onore che non a persona in Genoa; et io cattivo per mia tristizia tanto bene ho perduto! Ma se io pensasse che ’l mio padre mi volesse ricevere, s’io dovesse morire io anderei a lui; ma io penso che non mi vorrà vedere». E con questo pensieri steo alquanto; poi rivoltòsi a se medesmo dicendo: «O cattivo me, che mio padre è vecchio e se Dio facesse altro di lui lo ’mperiatico e la terra si prenderà per altri, et io meschinello mai andare vi potrei. E pertanto se il mio padre mi dovesse uccidere, io convegno a lui andare».

E subito se n’andò in terzanaia dimandando se alcuno naviglio andava verso Costantinopoli. Fulli risposto di sì. E fatto motto al patrone se volea che lui andasse che non volea altro che le spese, lo patrone, udendo che non volea soldo se non le spese, fu contento. E venuto l’ora del partire, la nave messa in punto. Borra entrato in nave, con buon vento giunseno al porto di Costantinopoli.

E messo scala in terra, Borra disse a uno suo compagno: «Io ti prego che vadi al palagio dello ’mperadore, e domanda di Tedici; e s’e’ ti dice perché lo domandi: — Uno giovano ch’è alla nave t’adomanda, e che non lassi per nulla che a lui vadi— ». Era questo Tedici spenditore dello imperadore. Andato il navichiere a corte, domandato di Tedici, subito Tedici fu venuto. E fattoli l’ambasciata del Borra, Tedici subito stimò fusse Ottaviano figliuolo dello ’mperadore. Dimandando il navichieri come il giovano avea nome, rispuose: «Fassi chiamare il Borra». Tedici subito si parte et alla nave se n’andò. Borra, com’ebbe veduto Tedici, l’ebbe cognosciuto; et ito da parte, Tedici domanda: «Qual è quel giovano che m’ha fatto richiedere?» Borra dice: