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sul vostro». Messer Aluisi, che vedea il suo cavallo esser da poco e quello dello imbasciadore d’assai, quasi isdegnato niente rispuose. E caminando vennero a una acqua, la quale per lo distruggere della nieve lo giorno era assai grossa e torba. E giunto quine uno delli imbasciadori disse: «Messere, se io fusse conte come siete voi, a ogni acqua farei un ponte». Messer Aluisi più malanconoso arebbe volentieri abandonatoli, ma pur la gentilezza lo fe’ star fermo senz’altro parlare tanto che funno presso a Firenza a una arcata. Ediquinde vedendo alquanti lumi con preti uscire fuora della porta di Firenza disseno a messer Aluisi che voleano dire quelli lumi e preti. E messer Aluisi disse: «Èglie uno morto che si porta a soppellire». Li ambasciatori dissero: «È morto o vivo?» Messer Aluisi scornato e più malinconoso a niente risponde. Et entrati dentro in Firenze, messer Aluisi li acompagnò all’albergo della Scala al Ponte alla Carraia che quine era vicino e tornòsi a casa sua, innella quale altri che una sua figliuola pulcella d’età di anni xiiii nomata Calidonia in quella casa dimorava con messer Aluisi.

Giunto messer Aluisi, la figliuola a l’usato modo fattoseli incontra e vedutolo malanconoso cominciò a dimandare il padre qual fusse la cagione della sua malinconia; alla qual messer Aluisi narrò tutto ciò che li imbasciadori forestieri li aveano fatto e ditto. Calidonia, udendo tutto ciò, pregò il padre che si confortasse e che li piacesse che quelli imbasciadori la mattina seguente fusseno a desnare con lui. Messer Aluisi udendo la figliuola disse: «Dolcissima figliuola, come possiamo noi ricevere tali, che non abiamo tanto?» La figliuola disse: «Padre ottimo, io impegnerò la mia palandra e con quelli denari faremo onore a quelli forestieri». Lo padre piangendo disse: «Come comparirai a Santa Riparata e alle feste tra l’altre pulcelle disonestamente vestita?» Al cui Calidonia rispuose: «Padre perfetto, sperate in Dio e Dio di tutto ci ristorerà». Alle cui parole il padre disse ch’era contento.

E ristrinte le lagrime dentro, all’albergo della Scala se n’andò e quine trovò li ambasciadori; e fatto la debita reverenzia, l’invitò per la mattina rivegnente a desnare seco. Lo magior de’ tre, vedendolo assai poveramente vestito, per compassione disse che non era di bisogno. Messer Aluisi disse: «E’ conviene che ne consoliate me