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LXII


Giunti in Arpi la brigata colla dilettevole novella de’ re Astulfo, con allegrezza cenaro prendendosi piacere fine all’ora del dormire. Lo preposto voltandosi a l’altore <disse> che per lo di seguente ordinasse una bella novella fine che al mezzo del camino de L’Aquila saranno giunti, là u’ vuole che quine si stia a riposo dal desnar fine a l’altro dì; ma prima qualche moralità. L’altore, che hae udito il comandamento, disse:

«Canzon, se noi non defendiam le donne
in questo dire un poco,
torsi che mi terebon per nimico;
ed elle son a natural colonne,
ché ’l primo nido e loco
facciamo in loro; però i’ le scuso e dico
che ciò ch’uom vuol è il servo e l’amico:
così ognuna alle bisogne sue,
però che più ch’uno servon due».

E ditta, a dormire se n’andonno. E la mattina levati e mossi per caminare, <l’altore> rivoltosi alla brigata disse:


DE COMPETENTE CONSILIO DE ADULTERA

Di Giacchetto e di Diana di Michelozzo da Firenze.


Fu non <è> molto tempo in Firenze uno gentile omo de’ Rossi nomato Michelozzo, il quale d’una sua donna de’ Medici