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224 g. sercambi

alla scuola il padre al consiglio non l’avea menato. E questo fue perché tal consiglio non fu con ordine.

Venuto Merlino al sanato et al consiglio e dittoli quello che la madre avea ditto de’ mariti tre, Merlino ridendo disse: «Io vi dirò tutto». E racontò al senato che la madre volea che a lei dicesse quello che in nel consiglio era fatto: «E doppo molte battiture e sangue versato, vedendo la sua volontà, per non apalesare il vostro segreto diliberai dire ch’era deliberato che ogni Romano tre moglie potesse prendere, impromettendomi di non dirlo a persona. Et ora veggo ch’ella a tutto Roma l’ha palesato. Non che in Roma, ma a tutto ’l mondo mia madre l’arè’ fatto palese».

Lo senato udendo il savio Merlino e saputo la ragione, in presenzia di quelle mattacce dissero: «E noi deliberiamo che non più <di> una se ne possa tenere; perché veggiamo che mal se ne con tenta una, mal se ne contenterè’ tre». Le donne gridarono: «Voi dite vero e ciascuna di noi tutto ’l dì il prova, ché i nostri mariti al x non ci contentano, e per altro modo ci convien talora di vivande strane l’apetito <saziare>».

Partite le cicogne romane contente, rimaso el senato e ’l consiglio, disseno: «O consiglieri e voi savi Romani, quanta confusione ha riceuto oggi Roma, e solo per apalesare alle donne le cose secrete! E pertanto è bene che s’ordini che innel consiglio neuno entrar possa né esser menato se tale non fusse richiesto. Ma perché Merlino è stato savio et ha sostenuto tormento per salvare l’onore del senato, dico che sempre in ogni ora Merlino possa senza esser richiesto inne’ consigli intrare, e a tutti li altri sia espresso comandamento di non intrare».

E così si fermò che neuno il quale non fusse richiesto al consiglio in quello entrar non potesse, salvo Merlino.

Ex.º l.