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novella xli 199

Non mel tener nascoso:
lume nel cuor m’incende,
ad adiutorium intende,
sí ch’io ricognosca il mio Signore».

La eccellentissima Vergine Maria, cognoscendo che Adamo già credea el suo Figliuolo esser quel vero Messia, e avendo sentito il sospetto che prendea, se tale figliuolo era nato di vergine, per onestare il Figliuolo et anco sé e per certificarlo della verità, e <con> voce soavissima disse:

«Io son di Dio sposa
in virginità santa,
che luce in me più che stella serena;
io son candida rosa
in umiltade tanta
che dir m’ha fatto: ‛Ave, gratia pien’.
Parturì senza pena
questo mio Figlio e Padre,
e son vergine e madre,
fattura son dell’etterno Fattore».

Certificato Adamo il Figliuol di Dio esser Idio e quello Messia che’ giudei aspettano et esser nato di vergine per lo Spirito Santo, con devotissimo cuore rendéo grazia in questa forma, cioè:

«Tal è l’offesa grave
che t’ho fatto, donzella,
ch’io ti domando per grazia mercede:
o dolce Vergine, ave,
ave lucente stella,
ave, reina, fontana di fede.
Beato ti chi crede,
benedetto sia il frutto
che ’l tuo ventre ha produtto,
Cristo Gesú, ch’è fior sopr’ogni fiore!»