Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/198

198 g. sercambi

l’anima doglia sente,
e ’mpallidisce il viso,
e viemmi meno il debile intelletto;
sì e no m’è sospetto,
ma piacciati, Maria:
dimmi s’ell’è Messia
promesso dalla legge e ’l Salvatore».

La groriosa Vergine, vedendo già Adamo aver creduto che ’l suo Figliuolo era Idio et avendo udito la dolce domanda se tale era Messia, per farlo chiaro, vogliendo i suoi preghi condescendere, disse:

«La mente in alto leva,
e lo Spirito Santo
e Dio vedrai in questa carne unito.
Costui Adamo et Eva
e ’l mondo tutto quanto
creò eterno, et è infinito.
Quest’è che esaldito
ha de’ Padri la voce,
quest’è Messia che ’n croce
del sangue suo fu di noi redentore».

Adamo, chiarificato della graziosa risposta e certificato il Figliuolo della Vergine Maria esser quello Messia che’ giudei aspettano, ma per voler esser più certo disse se tal Figliuolo è nato di vergine, quasi a dire: «Tu avei marito quando tal figliuolo parturisti: come può esser che di vergine nato sia?» E domandato l’ha in questo modo, cioè:

«Tanta dolcezza sento
del tuo parlar, Maria,
di questo frutto tanto dilettoso:
ma in parte pavento
perché di vergine dia
nasce, donzella che mai <ebbe> sposo.