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XXXVIIII


L>a dilettevole novella ditta della notte da Viterbo fe’ la brigata e ’l preposto consolare, e massimamente essendo la notte di fuori di Viterbo dimorati. E voltosi il preposto a l’altore comandandoli che una novella dicesse per lo camino che hanno a fare verso Roma, faccendone ii giornate per visitare la chiesa di san Paulo: «E quine fia la prima nostra riposata; ma ben vo’ che qualche novella dica prima»; l’altore ubidendo disse che tutto farè’. E voltosi alla brigata parlando disse:

«Io son Superbia cornuta et armata,
che cui io posso superchiar, dolente,
ma Umiltà isconfige la mia gente».

E dapoi volendo ubidire il preposto disse:


DE SUPERBIA ET PAUCO BONO

Di un conte ladrone: stava a Bruscola in quel di Bologna,
si salvò per una Avemaria dicea la mattina e la sera.


F>u un conte di quelli da Bruscola del contado e giurisdizione di Bologna, il quale possedea alcune terre e fortezze innella montagna, nomato lo conte Sparaleone, omo di gran superbia e crudeltà e d’ogni mala condizione. E non stante che lui fusse malvagio e reo, ancora a’ suoi famigli comandava che ogni male facessero. E pur non era però tanto malvagio, ché almeno questo poco di bene facea: che ogni dì, la mattina quando si levava, per lo dì