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novella xxxv 167

Ghirardo dice: «Questo altri non saprà; e se voi non l’apalesate per me non s’apaleserà». E fu così la fidanza che Felice prese che neuno lo debia sapere, che consentìo che Ghirardo a lei andasse di notte la domenica rivegnente, e così rimasero d’acordo. Spettando quelli du’ dì che venire doveano, ciascun di loro con diletto usò e di molte altre cose d’allegrezza ragiononno fine che a casa dello sposo giunti furono.

Raunate le brigate e desinato, com’è d’usanza, doppo desnare ballare e cantare, divenne che madonna Felice stando a sedere al lato a una sua vicina e vedendo ballare il giovano Agliata, disse Felice alla compagna: «Deh, che peccato è quello che quel giovano che balla non ode e non parla di niente!» La donna disse a Felice: «Or non cognosci tu quel giovano?» Ella disse: Sì, ma li è mutoro e non ode». La compagna disse: «Lassa dire, che elli parla et ode! È delli Agliata; bene è vero che molto tempo è stato fuori di Pisa». E per fare certa Felice, chiamò il giovano. Lo giovano rivoltosi e venuto a loro disse: «Madonne, che volete da me?» La compagna di Felice dice quanto era che tornò e dov’era stato. Lo giovano disse non molti giorni <era> che a Pisa era tornato e ch’era stato in Domasco tra’ saracini; e partìsi e incominciò a ballare.

Felice, avendo udito parlare lo compagno di Ghirardo, pensò parlare con Ghirardo. E partisi dalla compagna et a Ghirardo s’acostò dicendoli: «Ghirardo, tu m’hai ingannata, ché colui che teco era ode e parla come noi. E tu sai quello che abiamo ordinato, che sabbato notte dovavamo esser insieme e prender diletto, e ora vegendo che colui sa i nostri fatti tal cosa non può seguire per lo ’nganno che m’hai fatto» Ghirardo disse: «Madonna Felice, egli è vero che ’l giovano ode, ma non così che vi sia vergogna; ma perché voi non vi sareste asigurata a parlarmi, mi convenne tenere questo modo. E se non vorrete atener la ’mpromessa, lui crederà pur che fatto l’abiate, et io, vedendo che non m’arete atenuto il fatto, appaleserò che con voi abia avuto mio contentamento e darò per testimonio il giovano Agliata, e per questo modo sarete vituperata. Ma se aconsentite d’oservare la promessa, io non ne farò motto, e ’l giovano Agliata che non vi cognosce — et io