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novella xxxiv 159


Or avenne che uno giovano nomato Lamberto de’ Monaldi, il quale con uno mercadante di panni stava, andando in Mercato Vecchio per certi denari a una taula per quelli dare al suo maestro, e passando da certo luogo dov’erano certi che giocavano, il preditto Lamberto fermandosi e già cognoscendo più tempo il giuoco, vedendo far le poste dicea fra sé stesso: «Primo mio». Teneasi a mente le volte e per ventura sempre venia il suo; e così fe’ molte volte. Di che lui disse: «Per certo se io avesse ora giocato io arei vinto molti fiorini». E pensò volersi provare: e presi i denari dal banco che portar dovea a bottega e venuto al gioco, senza pagarsene di neuna volta quelli denari perdéo.

Lamberto, che hae perduti li denari del suo maestro, per volere quelli riscuotere andò a uno usorieri et i panni del dosso salvo la camicia e le mutande impegnò; e co’ denari tornò al giuoco, là u’ quine tutto perdéo. Et essendo stato veduto d’alcuni, e minacciatolo di dirlo a Giannotto Menaldi suo padre et al suo maestro, per vergogna si partìo et andòne alla chiesa de’ frati predicatori, e quine si nascose montando dove stanno li organi. E quine dimorò senza mangiare o bere tanto che fu notte scura. E chiusa la porta della chiesa, Lamberto stava pensoso del fallo comesso et eziandio che mangiato non avea.

Il padre, che ha sentito come Lamberto suo figliuolo era stato veduto nudo al giuoco e non vedendolo la sera a casa tornare, pensò fusse vero e gran malinconia avea, ma non potea più.

Dimorando Lamberto in sul pervio più di du’ ore di notte, sentìo picchiare la porta della chiesa. Frate Balasta uscìo del chiostro per una porticella ch’era sotto il pervio et intrò in chiesa con uno doppione acceso, tutto solo, et andòne alla porta. E apertola, entrò dentro monna Merdina con uno mantello nero e sotto una gran coverta. E chiusa la porta, fra’ Balasta e monna Merdina se ne vanno presso alla porticciola che va in chiostro, e quando funno sotto il pervio disse il frate: «Or che è cotesto, monna Merdina?» La donna rispuose: «È uno buono cappone e tre pani bianchi et uno fiasco del mio moscatello, che vo’ che noi ceniamo acciò che meglio possiate mettere il soldano in Babilonia». Lo frate disse: «Madonna, queste cose sono buone, ma prima che