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novella xxxi 145

giacea una notte con ciascuna; e poi a chi più ne giovava, di continuo oservavano l’ordine.

E perché le cose non si puonno fare tanto secrete che alcuna volta non si spandino, fu una vecchia del monistero uno giorno domandata da uno bellissimo giovano d’anni xviii senza barba nomato Angelo Boscoli — il quale già era preso d’amore d’una monaca del ditto monistero nomata sor Rosa, bellissima — , dicendole: «Come puonno le monache giovane e la badessa, che è giovana, stare che di quel fatto non ne vegna loro volontà? E quando la volontà viene, come se la tragano, che per certo la loro dé esser grande penitenza appo l’altre che hanno <marito>?» La vecchia monaca, che sapea la maniera che si tenea per la badessa e per l’altre, disse a Agnolo tutto il modo che si tenea, dicendo che ogni volta che alcuna novella monaca entrava dentro, la badessa e l’altre si cavavano la rabbia con uno pasturale pieno di miglio. Angelo, che ode il modo che si tiene, pensò volere in quello monestiero entrare.

E partitosi dalla monaca, ebbe una mezzetta la quale più volte l’avea servito e disse: «Andate a tale monistero e dite alla badessa che voi avete una vostra figliuola d’anni xiiii e che la volete quine mettere»; con patto che se la stanza li piacea la lasserè’. Ella andò alla badessa e tutto narrò. La badessa disse: «Menatela, e vogliamo vedere s’ella vorrà essere monaca». La vecchia monaca confortando la mezzetta che la menasse, la mezzetta disse che sarà fatto. E tornata a Agnelo tutto li disse.

Agnolo subito vestitosi come giovana, onestamente colla vecchia ne va al monistero. La vecchia fa chiamare la badessa, e venuta, la misse dentro. E quando la badessa e l’altre monache viddeno Angelo, credendo fusse femina dissero:» Questa è la più bella giovana che sia in Arezzo e <la> più grande». E disseno alla vecchia ch’era peccato a volere che sì bella rosa a vedere patisse tanta pena e massimamente di non usar coll’omo. < . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . > «E poi», fra sé dicea la badessa, «io sono molto contenta che qui stia, perché più volte mi saglierà in sul corpo, col pasturale del miglio sazierà il mio apitito». E subito disse alla vecchia: «Lassa-