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XXXI


Quanto al preposto et alla brigata piacque che quella monna Antonia fusse isvergognata poi che sì tristamente si lassò ingannare tenendosi sì savia! E voltosi a l’altore, comandoli che dicesse qualche bella novella che fusse aleviamento alla brigata del camino che hanno a fare alla città di Perugia. L’altore, che stava atento al comandamento del preposto, rispuose: «Io farò la brigata contenta di bella novella». E voltòsi e disse:


DE LIBIDINE

Del monesterio dell’Olmo d’Arezzo e della badessa.


Avea una badessa innel monestero dell’Olmo d’Arezzo nomata madonna Bergina, assai bella e vana e molto calda; e per non voler sua castità perdere, non stante che voluntate grande avesse d’usare con l’uomo, pensò con un bel modo et assai onesto saziare <in> parte il suo apetito. E acciò che pur ella non fusse incolpata di quello che ordinato avea, avendo seco molte giovane monache le quali ancora pensava loro avere pensieri dell’uomo, ordinò di fare di zendado pieno di miglio uno pasturale d’uomo di buona forma. E quando la badessa si volea alquanto cavar la rabbia, facea una delle monache cingere lo ditto pasturale, e fattosi in sul corpo montare in modo di uomo, con quello pasturale fornìa il suo desiderio; e simile faceano l’altre. E oltr’a questo, avea per costume che qual monaca intrava di nuovo, la prima sera convenìa dormire colla badessa, e poi col pasturale in tale <modo> forniano l’usanza. E così fine che con tutte le monache la monaca novella