Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/143


novella xxx 143

seno: «O Antonia, può esser questo, che Ricciardo abbia auto contentamento di te et usato teco?» Antonia disse: «Sì, però che m’ha promisso prendermi per moglie, et è ito a Pistoia a dar ordine di menarmi». Li parenti, che sapeano la condizione di Ricciardo — quanto era di cattiva condizione — , dissero: «Ogimai sarai vergognata come meretrice». Antonia disse: «Non credo che mi inganni, che quando mi stava a dosso prendendo di me suo piacere mi disse di tornar per me». I parenti isvergognandola dissero: «Or ti rimane».

Li consorti di Ricciardo, odendo dire quello che con Antonia avea seguito, ordinonno di darli moglie una giovana. Antonia ciò sentendo ricorse al vescovo dicendo: «Io sento che Ricciardo vuole prendere moglie; et io vi dico che non la può prendere, però che me ha presa, et in segno di ciò più volte è usato meco carnalmente». Lo vescovo, udendo tali parole, mandato per Ricciardo e narratoli quello che Antonia li avea ditto, li disse che rispondea. Ricciardo disse ch’era vero che spessissime volte avea usato con lei come s’usa colle meretrici, ma non che mai la volesse né prendesse per moglie. Antonia, udendo quello che Ricciardo avea ditto in presenzia de’ suoi parenti e del vescovo, Svergognata si partìo né mai più non ebbe onore.

Ricciardo, preso moglie, non molto tempo steo che, quello avea consumato, e fu costretto di Pistoia partirsi, e la seconda moglie con lui non volse tornare. E ultimamente alla moglie fu fatto quello ch’e’ fatto avea a Antonia; e così li fu renduto del pan focaccia.

Ex.º xxx.