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126 g. sercambi

Pontelungo presso a Pistoia a ii balestrate e cominciando a piovere, disse: «Oimè, che l’acqua piove et incominciami a bagnare la gonnella! Non c’è da stare: io vo’ ritornare a’ luogo mio e prenderò qualche gabarro e verròne e non mi bagnerò la gonnella».

E come pensò fe’, che si rivolse verso il suo luogo, ch’era di lungi vi miglia. E non fu caminato uno miglio che gonnella e camicia con tutte le carni ebe bagnato; e così caminò a’ luogo. Essendo sempre Tacque grosse serrate, e perch’era molto tardi quando da’ luogo si mosse per andare a Pistoia e per lo ritornare, fu di necessità giungere molto di notte. E picchiando l’uscio, lo salano sentendolo disse: «Chi è?» Truglio dice: «Aprimi». Lo salano levatosi, che già era andato a letto, disse: «Che buone novelle?» Disse Truglio: «Vedendo incominciare a piovere al Pontelungo, per non bagnarmi la gonnella sono tornato per lo gabarro mio». Lo salano, che lo vede quasi anegato, disse: «Ben ordinasti a venire vi miglia per lo gabarro, che se fussi andato una balestrata ti saresti tutta la gonnella piena d’acqua». «E così fo sempre», Truglio dice, «ben che stanotte io ho fatto pure lo meglio».

Lo salano lo misse pure in casa, e quine la notte si riposò, e più volte disse al salano che ’l partito di tornare l’avea gittato buon frutto. E qui finìo.

Ex.º xxv.