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novella xxv 125

dell’acqua fresca». Valore, che questo ode: «Fa’ bot’a Dio, non arete, che io l’ho tolta per me». Alcuno di quelli pisani, udendolo dire fa’ buot’a Dio, disse a’ compagni: «Costui dé esser di quelli ciechi fiorentini». Valore, che ode dire ciechi, rispuose: «Io vi veggo bene e dell’acqua non arete se crepaste». Il pisano, odendo sì biastimare, alza la mano e dalli una gotata: «Tò, togli!». Disse Valore: «Or questo che vuol dire? O usasi di fare così prima che si ceni?» Disse il pisano: «Sì, e doppo cena se ne dà du’ tanti». Valore tacéo e pensò dire a l’ostieri che non desse dell’acqua ad altri che a lui; e così li disse. L’ostieri disse che tutto farè’, e da parte lo misse solo, e li altri osti in altro luogo, aparecchiando a Valore cena solo, con acqua.

Cenato che Valore ebbe, disse alto presente tutti li osti: «Fà che domatina tutto lo resto dell’acqua ch’è rimasa mi serba, che io vo’ lavarmi la faccia per parere più bello». L’oste disse: «E’ sarà fatto». La mattina per tempo Valore fu levato: domandando l’acqua, l’oste dell’acqua li portò. E fregatosi le mani coll’acqua al viso, l’oste disse che bene era che ne serbasse una poga se altra volta vi capitasse. Valore contento, e pagato l’oste, a cavallo montò e caminò fine a Chiesa, di lungi da Lucca vi miglia, là u’ sono molte molina e quine ha bellissima acqua.

Valore, giunto a Chiesa, vidde uno che si lavava il viso, e quando si fregava la mano al viso sì facea trun trun colla bocca. Valore disse: «Oh, io quando mi lavai la faccia non feci trun trun come ha fatto costui»; e disse: «Io lassai a l’oste dell’acqua: io vo’ tornare e laveròmi la faccia e farò trun trun». E rivoltosi, ritornò a Lucca e tutto riconta a l’oste. L’oste disse: «Tu hai ben fatto: per oggi ti starai qui e dimattina potrai lavarti la faccia e farai come vedesti fare». Valore così fe’; e per questo modo Valore fece il suo camino.

Torniamo ora a Truglio da Pistoia; il quale essendo ito a uno suo luogo di lungi da Pistoia ben vi miglia per far vendemiare, divenne che uno dì avendo necessità di venire a Pistoia, là u’ era la famiglia sua e la donna, e movendosi dal suo luogo e venendosi verso Pistoia, e giunto presso a uno miglio vedendo che l’arie si turbava; e facendosi ma’ tempo e caminando tanto che giunse al