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novella xxiii 117

E al primo che tali anella mostrò fue a Tomasino, perché a lui era ditto esser il migliore cognoscitor di Lucca. Tomasino, vegendo quelle anella bellissime, disse quello ne volea. Ghisello disse: «Io ne vo’ m fiorini». Tomasino disse volerli dare fiorini vi cento; e doppo molte proferte Tomasino ne proferse fiorini vii cento. Ghisello, non scendendo meno che viii cento, si partìo e a Petro le mostrò, et in quel medesimo modo funno le proferte di Petro e lo scendere di Ghisello, come avea fatto a Tomasino. E non fermatosi <con> Petro, Ghisello prese il suo ditale et innel carnieri che al lato avea lo misse e per la piazza se n’andava diportando in qua et in là.

Tomasino, vedendo che a Petro avea mostrate l’anella, s’acostò a lui e disse: «Petro, che ti pare di quelle anella?» Petro disse: «Elle sono molto belle». Disse Tomasino: «Io non posso con lui aver patto neuno, et honeli voluto dare fiorini vii cento: non ha voluto meno di viii cento. E però io ti dico forsi farai meglio di me, e se vuoi tenere all’erata, cioè a mezzo, ti dico che in fine vii cinquanta le piglia, che di vero noi vi guadagneremo fiorini ccl larghi; e io sono contento le prendi per me e per te». Disse Petro: «Et io così farò. Andatene a desnare e paia non ve ne curiate, e lassate fare a me». Tomasino si partlo dal banco, Petro rimase al suo banco.

Vedendo Ghisello in piazza non essere persona et a’ banchi non esser che Petro, acostatosi, Petro disse: «Deh, vendemi quelle anella». Ghisello misse mano al carnieri e cavòle fuori e disse: «Io ve ne vo’ far piacere, e dìcovi che vagliano più di m fiorini, ma per bisogno di denari che ne vo’ comprare drappi io ve ne farò piacere». Petro disse: «Deh, datemele per fiorini vii cento». Ghisello disse non volerne meno di fiorini viii cento. Ghisello misse l’anella innel carnieri e scese giù in via. Petro l’offerse fiorini vii cento cinquanta. Ghisello disse: «Poi che siete piacevole compratore, et io sono contento». E misse mano in carnieri e trassene uno ditale d’una fazione del primo, d’anella contrafatte, salvo le perle. Petro, non stimando falsità, prese il ditale et innella cassa lo puone e dàlli fiorini vii cento cinquanta.

Ghisello, che avea il cavallo sellato, tramutatosi di panni,