Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/114

114 g. sercambi

fare. Zaccagna disse: «Tu non sai fare, bene che a me sia lo stallo rincrescevole, perché io ho per mia arte rinvenuto troppo magior tesoro che questo non è; nondimeno, perché tutta la vena nostra se ne faccia oro, perché non sai fare io dimorrò». Disse Pitullo: «Di vero io so fare, e volentieri da voi la parte vostra <comprerei>, ma ben vorrei che me ne facesse piacere». Zaccagna, essendo venuto al suo desiderio, disse: «O che mi daresti?» Disse Pitullo: «Io ho fiorini mille e quelli ti vo’ dare». Rispuose Zaccagna: «Oh, ella vale la vena più assai!» Pitullo disse: «Or non debo aver apiacere ch’è stata trovata innella mia vigna?» Zaccagna disse: «Sì, e sono contento di fiorini mille, ma ben ti dico che tu non la saprai fare». Pitullo rispuose: «Sì so!» Zaccagna disse: «Poi che io mi debbo partire vo’ vedere se sai fare».

E presa once vi di quella terra e messa a fuoco, Zaccagna tenea uno cannone in mano, Pitullo un altro. E mentre che ’1 fuoco si facea, Zaccagna dicea: «Soffia così». E mentre ch’e’ soffiava, misse innel cruzuolo oncia una a buon peso d’oro. Pitullo disse: «Io così farò». Zaccagna disse: «Or soffia». Pitullo soffia. Zaccagna disse: «Soffia forte». Pitullo soffiava. E questo fe’ molte volte, tanto quell’oro fu strutto. Gittato in verga, disse Pitullo: «Ormai saprò fare». Zaccagna disse: «Se hai presti li fiorini mille <...»...> Zaccagna si parte e vanne a Siena.

Pitullo, che li parea aver fatto buono acquisto, come Zaccagna fu partito da lui, avendo il fuoco presto, prese della terra et innel cruscuolo ne misse. E come cominciò a riscaldare, Pitullo soffiava; e tanto soffiò che niente innel cruscuolo trovò. Pitullo meravigliandosi rife’ la seconda volta, e niente trovava. Subito si partìo et andòne a Siena al podestà dicendoli il tradimento che li era stato fatto.

Zaccagna, non pensando che Pitullo volesse fare dell’oro la prova sì tosto, si stava in Siena per fare alcuno suo fatto. Pitullo avuto la famiglia e per li ostieri cercando, ultimamente Zaccagna fu preso et al podestà condutto. Il podestà lo dimanda come avea nome. Rispuose: «Io sono chiamato Giuda». Lo podestà, ch’avea udito da Pitullo essere il suo nome <Zaccagna> e félo puonere