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qualcuno che vi trovava, come se avessero pranzato insieme, ridendo e chiacchierando ad alta voce. Così la gente che lo vedeva, supponeva che egli fosse un gaudente della terra: e lui aveva occasione di poter dire, discorrendo, altrove, con una certa bonomia di signore: iersera, pranzando al Caffè di Europa....

“Ciao, Joanna.”

“Ciao, caro: pranzi?”

“No, ho pranzato, figurati, un invito noioso, una specie di banchetto.”

“Prendi un caffè, allora?”

“Preferisco un cognac, mi hanno dato della chartreuse orribile in questo banchetto. Senti, ero venuto per raccomandarti quel libro di mio cognato, mi hai promesso un articolo da tanto tempo.”

“Lo farò, lo farò.”

“Sai, mio cognato ci tiene, ci tiene assai. Voi altri giornalisti, quanto vi fate pregare! Debbo diventare giornalista anche io; che vuoi, è una carriera piena di soddisfazione; io t’invidio, Joanna.”

“Peuh! Peuh! non c’è male, ha i suoi vantaggi....”

“Altro che vantaggi. Voi potete tutto, voi create tutto: la fama e il disonore, la fortuna politica e la fortuna finanziaria, voi lanciate una