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una catastrofe. 383

zione, trasalendo a certe frasi più brutali, non interrompendo, sentendo che non doveva interrompere.

“Sapete quale è la parola del giornalista, voi?” chiese a un tratto Riccardo Joanna.

“No: io la ignoro.”

“La parola del giornalista è: Domani. — Domani, per lui, rappresenta tutto: il Fato benevolo, il Caso favorevole, la Fortuna insperata, la Provvidenza che manda il sole sulle terre coperte di neve. Domani, domani, la dilazione, la eterna dilazione, per cui la vita si complica nelle sue cose più semplici, per cui la esistenza diventa una eterna cambiale, sempre scaduta, sempre rimessa al giorno seguente. Domani, per consolare una povera donna che è ammalata: e la povera donna muore, senza consolazioni. Domani, per comperare un vestitino al bimbo: e il bimbo resta senza vestito. Domani, per scrivere a un vecchio parente, che forse vi farà ereditare: e il vecchio parente vi disereda. Domani, per andar a cercare un uomo di affari: l’uomo di affari parte, la occasione sfugge. Non avete sentito, che ho risposto ai miei creditori tutti? Da quello che deve avere ottomila lire a quello che ne deve avere otto? Domani, ho loro risposto, a tutti. Come potrò dar loro qualche cosa, domani? Che accadrà?