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una catastrofe. 335


“Quale famiglia?”

“La madre, la moglie, i figliuoli!”

“Io non ho nessuno,” disse con una certa fierezza Riccardo Joanna.

“E gli altri?”

“Non hanno nessuno, come me: o se hanno famiglia, la nascondono.”

“Lo vuole il caffè?” venne a domandare, con voce sonnacchiosa, il cameriere. “Lo farò fare espressamente.”

“No, caro.”

“Lo paga, il conto?” disse più sommessamente, il cameriere.

“Sì, caro.”

“E il vecchio?”

“Diventi decrepito!”

“Posso....” chiese con timidezza Antonio Amati, volendo pagar lui.

“No, signor Amati: è mio ospite.”

E lasciò generosamente una lira di mancia al cameriere. Camminavano piano, per la via affollata: due volte si fermò Riccardo Joanna, con due persone. E dal modo come gli parlavano, dalla fiacchezza con cui egli rispondeva, si capiva che erano creditori e che egli non dava loro neppure delle buone ragioni. Antonio Amati si teneva in disparte, per prudenza. Riccardo Joanna riprendeva il suo cammino,