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una catastrofe. | 327 |
“Tanto, non ho da scrivere nulla.”
“Non scrive?”
“No.”
“E perchè?”
“Perchè non ho nulla da scrivere.”
“E chi lo fa il giornale?”
“Mah!... si fa!”
“Senta, mi permette che vada a comperarmi un calamaio?” e tastò il taschino.
“Faccia pure. Anzi, faccia così: dia quaranta centesimi ad Agabito. Costui le compra una bottiglina d’inchiostro: e lei ha il liquido e il recipiente nello stesso tempo. Raccomandi: doppio nero.”
Si sentì, in anticamera, l’allegra voce di Antonio Amati che si raccomandava ad Agabito, per aver, presto, presto, una bottiglina d’inchiostro assai nero.
“A che ora vengono i redattori?” chiese Antonio Amati, rientrando.
“Mah!... quando vogliono. Io non li obbligo a venire puntualmente,” disse Joanna, con suprema indifferenza.
“Verranno puntualmente il giorno della paga,” ribattè Amati, credendo di fare dello spirito.
“Si paga quando si può,” rispose tranquillamente Riccardo.