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una catastrofe. 319


“Non vi è Francesco, di là?”

“Oggi Francesco non è comparso.”

“Lo faremo multare di cinque franchi Francesco: andate voi, Agabito.”

“Non vi è nessuno, di là....”

“Pregherete il signor cronista di dare un’occhiata....”

“Non è venuto: ha la moglie soprapparto, del quinto.”

“Bene: andate.”

Agabito andò via lentamente, trascinando le scarpe.

“Eccomi a lei, signore,” disse Riccardo Joanna, voltandosi al giovanotto, serbando sempre un’aria di fierezza nella sua bonomia.

“Ecco, signor Joanna, io ho osato venire da lei, così, senza presentazione: ma è un forte impulso che mi spinge.... lei mi scuserà....”

Riccardo squadrò il giovanotto, fiutando forse lo studente bisognoso, o il questuante signorile. E subito, come una immobilità colpì il suo volto, e si occupò profondamente a guardarsi le unghie. Il giovane, intimidito, taceva.

“Dica,” mormorò dopo una pausa, freddissimamente, Riccardo.

“Ecco, signor Joanna: io son venuto da lei per fare il giornalista,” buttò giù tutto di un fiato il giovanotto.