Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/326



VI.

UNA CATASTROFE.

Agabito entrò senza bussare e richiuse la porta. Riccardo Joanna non si mosse, non trasalì: soltanto rivolse sul servo i suoi occhi smorti, dalle palpebre un po’ rosse: occhi così indifferenti, così glaciali che parea più nulla avessero a vedere, di bello o di brutto.

“V’è un signore che cerca di lei,” disse il servo con aria fra distratta e annoiata.

“Sarà uno dei soliti.... seccatori,” mormorò Riccardo con la sua stracchissima voce.

“No, no, non cerca denaro: io non lo conosco,” ribattè il servo crollando il capo.

“Allora sarà un usciere,” disse Riccardo.

“È troppo giovane.”

“Oh ve ne sono dei giovanissimi,” mormorò Riccardo con una convinzione profonda.

“No, non è un usciere: è un signore.”

“Basta: entri pure,” disse il giornalista chinando il capo sullo scrittoio e rimettendosi a scrivere.