Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/320

310 eldorado.

dava, macchinalmente, simile in questo alle donne, che non possono fare a meno di un numero quotidiano di saluti e di sorrisi, — fra i tanti saluti amichevoli e indifferenti, notò sempre un senso di curiosità, come una interrogazione. Spesso entrando nei luoghi dove molta gente sta riunita, egli aveva inteso mormorare il suo nome: Joanna, Joanna, Joanna, ma in quel giorno, da tutte quelle facce, gli parve di leggere un interesse nuovo, un desiderio di sapere, mentre la sua carrozza andava a mezzo trotto.

— Domani io non sarei più nulla per costoro, — pensò fra sè.

E la rinunzia si allontanò un momento da quell’essere che conservava ancora, malgrado l’aridità, in fondo all’anima, le vanità e le debolezze della prima età. Ma il giorno cadeva rapidamente, il crepuscolo era molto freddo, egli andò via dalla villa, dietro agli altri, rabbrividendo; in quell’ora triste di Roma che affligge i cuori più secchi, che fa crollare le più ferme decisioni. Andò un minuto all’ufficio, domandò se vi era stata molta nuova richiesta, in tipografia, del giornale:

“Sì, signor direttore.”

“Più degli altri giorni?”

“Come gli altri giorni.”