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306 eldorado.

viso pingue, con due folti mustacchi bianchi, con l’aria bonacciona di un grosso bove. Riccardo Joanna, ritornato presente a sè stesso, subito, gli andò incontro con cordialità, riattizzò il fuoco, gli offrì da sedere presso il caminetto.

“Sono passato di qua, per caso, e son venuto a farvi una visitina. Non siete occupato?”

“No.”

“È fatto il giornale?”

“È uscito.”

“E quello di domani?”

“Si farà da sè.”

“Siete contento del Tempo, Joanna, sia detto senza giuochi di parole?”

“Abbastanza, onorevole.”

“È un bel giornale, non ci è che dire: ci si trova tutto,” disse Cardella, riversandosi sulla sua poltrona, con aria beata.

“Ancora ci manca molto.”

“No, no, non lo dite, io non posso vivere senza il mio Tempo quotidiano.”

“Io ne farei a meno volentieri,” disse Joanna.

“Veramente?” E la curiosità si rivelò, ardente, in un momento.

“Veramente.”

“Non veggo la ragione.”

“Sono stanco, onorevole.”