Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/314

304 eldorado.


“Un telegramma,” disse uno degli uscieri, entrando, col solito piatto di argento.

Roasenda, candidato ministeriale, sostenuto apertamente dal Tempo, era caduto per cinquecento voti, nel suo collegio. Joanna aggrottò le sopracciglia: queste disfatte politiche toccavano oramai troppo spesso al suo giornale, i suoi candidati spesso non riuscivano. Il giornale era diffuso, ma non accreditato. Molte volte le cause che egli difendeva, fallivano: il pubblico comperava il giornale, ma non se ne lasciava influenzare: ognuno leggeva nel Tempo la notizia, il telegramma che più gli interessava e poi lo buttava via, senz’altro. Chissà, la soverchia diffusione neutralizzava l’influenza del giornale, generalizzandola troppo; e i cittadini calabresi, come i friulani, da un capo all’altro del paese italico facevano l’omaggio del loro soldo, ma non quello della loro stima, i lettori erano troppo lontani, troppo dispersi. O forse per l’ostinato silenzio del Tempo contro le accuse che gli si rivolgevano, molte di queste accuse calunniose si erano diffuse nel pubblico e avevano finito per screditare un poco il giornale. Anzi, due o tre volte, per un giorno solo, era venuto in mente a Riccardo Joanna di portarsi candidato nelle elezioni amministrative o in quelle politiche: ma di fronte a