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eldorado. 299


“Ecco, voi siete un buon amico, ci conosciamo da gran tempo, mi siete sempre stato devoto....”

“È inutile, cara, vi difenderò senza queste dichiarazioni.”

“Voleva dirvi....” soggiunse ella, con un certo stento, “di difendermi, sì, ma senza difendermi troppo....”

“E perchè?” chiese egli, con un sorriso, volendo forse dire tutto.

“Ecco, il Tempo è un giornale troppo forte, per non avere molte inimicizie, nella stampa: se mi proteggete troppo apertamente, gli altri mi attaccheranno ancora,” disse ella, con un innocente egoismo.

“Non temete, figliuola mia,” fece Riccardo, freddamente, “non guasteremo i vostri affari.”

“Siete in collera meco?” chiese umilmente la prima attrice.

“Non sono mai in collera con nessuno, io.”

“Dipende tanto dalla stampa la nostra sorte,” ella disse, come fra sè.

Egli aveva voltate le spalle, sorridendo nel buio: e attraversò il palcoscenico per andare a salutare il capocomico. Ma l’ingenua, una simpatica creatura bruna, lo fermò, tutta vezzi, tutta moine: