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eldorado. 281


Lo scrittore se ne andò, mettendosi sotto l’ascella un manoscritto, che Riccardo non gli aveva neppur dato il tempo di offrirgli. Joanna si alzò dal suo posto, andò a riscaldarsi alla fiamma del caminetto, piegò un po’ la testa, dalle tempia già rade, dai capelli brizzolati: e crucciosamente il pensiero di non aver ancora la cifra di centomila, segnata sulla vendita del Tempo, lo riassalse. Da due mesi aveva fatto preparare una grande leggenda a gas, così fatta:


IL TEMPO

Centomila copie


e voleva metterla davanti al terrazzo, una bella sera, orgogliosamente. Ma non poteva farlo ancora, malgrado il suo desiderio: malgrado il suo desiderio e le molte transazioni che avevano domato e vinto il suo spirito, non voleva mentire. Raggiunte le centomila, non una di meno, avrebbe fatto divampare la superba leggenda, che doveva contristare i suoi piccoli rivali ed empire di meraviglia il pubblico. E l’opera sua, così paziente, così lunga, così forte, gli sembrava meschina, incompleta, poichè ancora centoventi increduli si stringevano nelle spalle, udendo gridare il Tempo.